Si è corso martedì 7 agosto il triathlon olimpico maschile valido per l’assegnazione delle medaglie delle Olimpiadi di Londra 2012.

Al termine di 1.5K di nuoto, 43K di bici e 10K di corsa, i pronostici sono stati rispettati o quasi, i tre favoriti sono saliti sul podio: oro per il britannico Alistair Brownlee, argento per lo spagnolo Javier Gomez e bronzo per il fratello minore di Alistair, Jonathan.

Tutti pronti sul pontone, i 1.500 metri nel Serpentine, in Hyde Park, si nuotano con la muta, dato che la temperatura dell’acqua è di 17°C.

Come di consueto, è lo slovacco Richard Varga a dettare il ritmo, è lui il più veloce del circuito e chiude addirittura sotto i 17′, per la precisione in 16’56”.

Attaccati alle sue gambe ci sono anche i fratelli Brownlee, Gomez e anche il nostro Alessandro Fabian che volano verso la transizione.

Saranno 43 i chilometri da affrontare, suddivisi su 7 giri, con il passaggio davanti a Buckingam Palace e la grande partecipazione del pubblico presente in massa.

Il quintetto prova a scappar via, ha 19″ sul primo gruppo di inseguitori, composto tra gli altri dai russi Dmitry Polyansky e Alexander Brukhankov, dal bronzo di Atene Sven Riederer (SUI) e dal due volte medagliato olimpico Simon Whitfield (CAN); ma nelle prime fasi della bici, il costaricense Leonardo Chacon cade coinvolgendo proprio Whitfield che è costretto al ritiro e non può coronare il suo sogno di centrare il traguardo della sua quarta Olimpiade.

I cinque di testa arrivano ad avere oltre 1′ di vantaggio, ma il lavoro in particolare del neozelandese Kris Gemmell e del tedesco Maik Petzold ricompatta il gruppo al terzo dei sette giri in programma.

Davanti ora sono in 22, con anche Hunter Kemper (USA), che chiuderà poi in 14^ posizione la sua 4^ Olimpiade; l’oro di Pechino Jan Frodeno (GER), il suo connazionale Steffen Justus (GER) e i due temibili francesi David Hauss e Laurent Vidal.

A inseguire a più di un minuto il gruppo con il russo Polyansky, costretto al cambio ruota, e i temibili podisti Richard Murray (RSA) e Mario Mola (ESP).

In testa tira l’inglese Stuart Hayes (GBR) e mantiene il ritmo alto per non far scappare fughe; ci sono dei tentativi di smuovere le acque, ma tutti i più forti arrivano insieme alla T2.

Nella corsa finale, Alistair impiega tre giri prima di portare l’affondo decisivo: il maggiore dei Brownlee parte, Gomez risponde, Jonathan è terzo ma ha da scontare una penalità

Il giovane Brownlee è salito in bici troppo presto all’uscita di T1 e ora deve stare fermo 15″ al box; dietro Hauss e Vidal sognano per un attimo il podio, ma quando il britannico riparte tutto torno alla “normalità”.

Alistair Brownlee chiude il 10.000 metri in 29’07” (senza i festeggiamenti finali avrebbe potuto anche scendere sotto i 29′!) e si mette al collo una meritatissima medaglia d’oro, tra il visibilio della folla londinese, numerosa e calorisissima lungo tutto il tracciato.

Dopo 11″ arriva lo spagnolo Javier Gomez, quindi ancora 20″ e Jonathan Brownlee conquista il bronzo e poi sviene per l’emozione e la fatica.

A completare la top ten, nell’ordine si piazzano David Hauss, Laurent Vidal, Jan Frodeno, Alexander Bryukhankov, Sven Riederer, Joao Silva e il nostro Alessandro Fabian (leggi il suo racconto).

I primi 11 triatleti al traguardo sono tutti europei, a rompere il dominio del Vecchio Continente ci ha pensato l’evergreen Bevan Docherty, 12° e arrivato a 32″ dall’azzurro.

L’altro italiano al via, Davide Uccellari, ha chiuso al 29° posto: uscito a poco più di 1′ dai primi dall’acqua, ha pedalato con il gruppo degli inseguitori e poi ha chiuso i 10K finali in 31’13”, soddisfatto della sua prestazione.

Di seguito, la dichiarazione a caldo della medaglia d’oro Alistair Brownlee.
First off, (I am) immensely proud that my brother could get a bronze. It was no secret we wanted to get both of us on the podium and that’s not an easy thing to do considering Britain has never won a triathlon medal and all the things that could go wrong for one of you, like a penalty. Then when there is two of you the odds are even worse. But we gave it everything and it shows the strength of training together and pushing each other all the time and the relationship we have.

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