Pochi mesi fa la terribile notizia, in seguito a ripetuti abusi la triatleta sudcoreana Choi Suk-hyeon si era tolta la vita a soli 22 anni.

Era già arrivata la sentenza per l’ex fisioterapista Ahn Joo-hyeon: otto anni di carcere, multa e divieto per sette anni di lavorare con bambini e giovani.

Ora il tribunale distrettuale di Daegu ha emesso la condanna per l’allenatore di triathlon sudcoreano Kim Gyu-bong che dovrà scontare sette anni di carcere per gli abusi fisici e verbali che avevano indotto Choi al suicidio.

Condannati anche il capitano del team della Corea del Sud Jang Yun-jung (4 anni di prigione) e il suo compagno di squadra Kim Do-hwan (18 mesi di libertà vigilata).

“Gli imputati hanno abusato del loro potere e hanno aggredito verbalmente e fisicamente Choi per un lungo periodo di tempo”, questo il verdetto del tribunale, riportato dall’agenzia di stampa Yonhap.

Che il caso di Choi Suk-hyeon non sia isolato negli sport sudcoreani è dimostrato da altri processi svoltisi negli ultimi mesi; recentemente, l’allenatore dello nazionale di short track è stato infatti condannato a dieci anni di carcere per abusi.

TRINEWS SUICIDIO CHOI SUK-HYEON