Diversi PRO del triathlon (tra i quali Jan Frodeno, Sebastian Kienle, Lionel Sanders, Cameron Wurf, Tim O’Donnell, Michael Weiss….) hanno deciso di pubblicare sui loro canali social i risultati dei loro test antidoping per rispondere a tutte le accuse loro mosse da più parti.

Comportamenti chiari e ineccepibili per dimostrare che i loro risultati, seppur eclatanti, non sono dovuti all’uso di sostanze vietate.

Così, su Facebook e Instagram sono finiti numeri, luoghi, date, tipi e organi di controllo delle analisi di diversi PRO del mondo del triathlon full distance.

I campioni rispondono in questo modo anche al messaggio lanciato da Uli Fluhme, CEO della Grand Fondo New York, che suggerisce quali potrebbero essere i modi per arginare ed eliminare il problema del doping in tutti gli sport. Tra questi, appunto, il rendere di dominio pubblico le proprie analisi in occasione di controlli antidoping.

Ogni giorno la lista dei triatleti che decide di pubblicare le proprie analisi si allunga.

“Ringrazio Uli Fluhme per averci spronato a scendere in campo contro il doping – ha dichiarato il tre volte campione del mondo Ironman Jan Frodeno – Penso che la pubblicazione dei nostri test possa essere un punto di partenza per capire come migliorare il test antidoping.”



JAN FRODENO FIRMA (ANCHE) LA PETIZIONE DI VON BERG

“Frodo” ha detto la sua sul doping anche per quanto riguarda il mondo Age Group. Il campione tedesco, infatti, è stato l’80° PRO a firmare la petizione promossa da Rudolph Von Berg, papà del PRO Rudy Von Berg e forte Age Group, per ottenere i controlli antidoping anche nelle gare Ironman di categoria.

Frodeno ha così commentato la sua sottoscrizione: “Nel nostro sport le gare Age Group sono parte essenziale ed è giusto che siano salvaguardate da tutte le irregolarità. E soprattutto dal doping”.