La triatleta azzurra Alice Betto, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Prealpina, racconta disavventure, infortuni, ma anche rinascite e quell’Olimpiade ormai dietro l’angolo

Trentadue anni, una laurea in restauro e una infinita “passionaccia” per il triathlon. E se così non fosse stato, Alice Betto avrebbe appeso al chiodo muta, bicicletta e scarpe da running tempo fa… Quando gli infortuni non le davano tregua ed era un susseguirsi di (pochi) alti e (tanti) bassi:

“Dal 2010 al 2016 non sono praticamente mai riuscita a essere al 100 per cento. Nel 2009 qualche soddisfazione me la sono tolta – racconta alla Prealpina – cambiando anche approccio alla mia vita da atleta e rendendo il triathlon primario per me. Ma prima la schiena e poi il tendine mi hanno stoppato nel 2012 e 2016».

Il problema al tendine l’ha fortemente provata, tanto che prima di tornare alle gare l’atleta varesina ha dovuto ritrovare serenità.

Una serenità che l’ha portata a trasferirsi da Milano a Roma per lavorare fianco a fianco e quotidianamente con il suo allenatore Alessandro Bottoni e che le ha permesso di vedere realizzarsi alcuni sogni custoditi nel cassetto.

Primo, in ordine cronologico, il bronzo alla WTS di Leeds nel 2017. Una medaglia che ha scritto una nuova e importante pagina della storia della triplice italiana: per la prima volta un’atleta azzurra/atleta azzurro è salita sul podio di una tappa delle World Triathlon Series:

“È stato un regalo che questo sport mi ha fatto dopo tante sofferenze – si legge ancora sulla Prealpina -. E pensare che non mi sentivo nemmeno al massimo, avrei anche potuto fare meglio! Quel podio, comunque, mi ha “messo sulla mappa” e dimostrato quanto sia importante l’approccio mentale alle gare. Nel 2018 e l’anno scorso ho continuato a frequentare quel circuito, crescendo sotto l’aspetto agonistico e mentale.

Poi, la scorsa estate, a Tokyo Alice ha tagliato il traguardo del test preolimpico in seconda posizione:

“Sentivo di stare bene, mi ero preparata soltanto due mesi per quella gara. L’ho messa come obiettivo e ho ottenuto questo bel risultato. Anche se l’Olimpiade sarebbe una cosa completamente diversa per ambiente e pressione, credo che concentrarsi su un singolo risultato alla volta sia il modo per fare grandi cose.”

Alla fine dell’intervista Betto ha ricordato quali sono le sue tappe verso Tokyo 2020:

“Non ho molte gare in programma. Resto ad allenarmi a Roma e farò tre gare delle World Series: Bermuda, Yokohama e Leeds tra aprile e giugno. Poi, se il ranking mondiale (al momento la Betto è decima e prima delle azzurre – ndr) mi permetterà di andare a Tokyo, lavorerò per farmi trovare pronta.”

Fonte: Prealpina