In “Lance”, la docu-intervista trasmessa da ESPN, Armstrong torna a parlare (e far parlare) di sé dopo 7 anni da quell’intervista con la star televisiva Oprah Winfreym quando confessò di aver fatto uso di sostanze dopanti.

La prima parte del documentario è andata in onda domenica 24 maggio e l’ex ciclista e triatleta ha parlato di…

3 ore e 20 minuti. E’ durata tanto la prima puntata di Lance, che si apre con Armstrong che dichiara: “Non mentirò, dirò la mia verità. Nessuno che si dopa dice la verità. Mi avranno fatto la stessa domanda 10.000 volte e io ho risposto con 10.000 bugie.”

3 ore e 20 minuti che non hanno deluso e che raccolgono interviste rilasciate da Lance nel 2018 e 2019.

Ecco qualche sua dichiarazione:

“Avevo probabilmente 21 anni quando ho iniziato a doparmi, era la mia prima stagione con i professionisti”, smentendo quindi quanto dichiarato sette anni fa, quando disse che tutto era iniziato nel 1996.

“Mi hanno fatto iniezioni di vitamine e cose del genere, ma non era illegale. E io ho sempre saputo cosa stavano facendo. Conoscevo bene cosa c’era dentro quelle iniezioni. La decisione finale è sempre stata mia. Nessuno mi ha mai detto: Non chiedere, ti daremo questo e basta. Non l’avrei mai accettato.”

All’epoca la sostanza di cui Armstrong faceva uso era il cortisone. Nel 1993, si laureò campione del mondo su strada a Oslo, uno dei pochi titoli che non sono stati ritirati. Poi, scrisse la storia del ciclismo vincendo sette edizioni consecutive del Tour de France, dal 1999 al 2005. Di quella gloria è stato privato nel 2012 dopo essere stato sospeso a vita dall’USADA (U.S. Anti-Doping Agency), che ha stabilito che il texano era a capo del “sistema di doping più sofisticato, professionale ed efficace nella storia dello sport”.

Un anno prima Armstrong aveva deciso di affidarsi al controverso medico italiano Michele Ferrari: “Ho fatto tutto quello che mi ha detto, ho avuto una cieca fiducia in lui. Diceva che tutto quello di cui avevo bisogno erano globuli rossi”.

“Quello che sto per dire non sarà popolare, ma in molti casi l’EPO è una sostanza sicuro: ogni volta che lo usi con parsimonia, in quantità limitate e sotto la supervisione di un medico professionista. Ne esistono molte altre più pericolose che potresti iniettarti nel corpo.”

… e arriva anche l’ennesima prova di come Armstrong non sappia neanche lontanamente cosa vuol dire correttezza (e non solo sportiva). Il buongiorno, in questo caso, si è proprio visto dal mattino:

“All’età di 15 anni, ho utilizzato un certificato di nascita falso per iscrivermi a una gara di triathlon. Dovevi avere come minimo 16 anni … Ho falsificato il certificato, ho partecipato illegalmente e ho battuto tutti”.