Mauro Mazza è stato uno dei protagonisti del Campionato Italiano di Paratriathlon (Foto: M. Bardella)

Mauro Mazza è stato uno dei protagonisti del Campionato Italiano di Paratriathlon (Foto: M. Bardella)

E’ stata una due giorni storica, l’ho ripetuto più volte al microfono sabato 4 e domenica 5 ottobre sul lungomare di Riccione, la “Perla Verde” che ha accolto e coccolato il mondo del triathlon italiano.

Due giorni, quattro titoli italiani, 2.850 triatleti al via. Si, davvero storico e indimenticabile questo fine settimana made in Romagna, non solo per i numeri altisonanti e da record.

C’è stato infatti molto di più, abbiamo assistito innanzitutto alla spettacolare lotta per i titoli dei big del triathlon italiano, capaci di offrire prestazioni che hanno entusiasmato addetti ai lavori, familiari, amici e turisti; e poi c’è stata la vivace, colorata e oceanica kermesse del popolo del triathlon italiano fatta di tecnica, cuore, sorrisi, amicizia, calore, fatica, grinta ed esplosioni di gioia.

Ho avuto il privilegio di vivere in prima fila questo esaltante fine settimana e l’ho raccontato (e anche urlato!) al microfono, da appassionato spettatore e anche da triatleta innamorato (e, mi consento, infaticabile), pervaso e animato dall’energia che ogni singolo triatleta ha messo in campo nuotandopedalandocorrendo, con l’obiettivo di ricambiare il prezioso dono ricevuto e dare il giusto riconoscimento alle prove di tutti gli amici partecipanti.

Lo ammetto, ad ogni partenza, puntualmente, era quasi irrefrenabile quella voglia di tuffarmi anche io con loro e cominciare a nuotare per raggiungere l’obiettivo…

Ce l’ho fatta a trattenermi a stento, anche perché le partenze, e quindi le tentazioni, sono state un’infinità: sabato 4 ottobre i Tricolori di triathlon sprint individuale femminile alle 9 e maschile alle 14 con la prima di ben 9 batterie; quindi, a chiudere la prima giornata di gare, la partenza del Campionato Italiano di Paratriathlon.

Ma l’indomani, anche se parrebbe impossibile, è andata ancora “peggio”: start alle 10 della Staffetta 2+2 e quindi la Coppa Crono. Già, la Coppa Crono, personalmente la gara più divertente che io abbia mai fatto, da Age Group “tapascio” quale sono ovviamente: si gareggia insieme, in 3, 4 o 5 compagni di squadra; ci si aiuta e ci si sprona a vicenda, si arriva al traguardo mano nella mano a braccia alzate, dando tutto e allo stesso tempo col sorriso stampato sul viso. Figata insomma!

Bhé, non ho volutamente chiesto a Fabio (Vescovo, il giudice con cui ho condiviso questa parte di giornata) l’orario di partenza dell’ultima squadra, sapevo che ce n’erano in tutto “solo” 300 e sapevo che la prima sarebbe partita alle 12.00. Tanto bastava…

E così tutto è cominciato con il saluto e la carica data alle ragazze della Freezone. Da lì in poi, avanti tutto d’un fiato, o quasi, con la sequenza che pareva interminabile di team provenienti da tutta Italia. E poi eccoci alle ultime dieci squadre, 5, 3… Sino agli ultimi “high five” dati prima del via agli scatenati ragazzi del 707 (poi vincenti!).

Per fortuna che la fatica è mia buona amica, in tutto sono state tre ore di partenze! Ma che bello vedere la fila indiani di atleti nei loro body colorati e poi vederli allineati sulla start line: incrociare i loro sguardi e carpire in ognuno di loro una particolarità, ognuno con la sua storia, il suo talento, il suo modo di vivere la gara; chi ridendo e facendo cagnara, chi concentrandosi in religioso silenzio, con gli spettatori sul bagnasciuga a fare un gran tifo e a immortalare questi momenti in mille scatti.

Ho condiviso con tanti amici le fasi di gara vissute sul campo gara: dopo la partenza, le transizioni, i giri di boa, la corsa sul red carpet fin sotto l’arco d’arrivo, con la finish line popolata di operatori video e fotografi e di fan scatenati. E al traguardo pacche sulle spalle, battute, grandi abbracci, qualcuno anche incazzato (ci sta anche questo), insomma tutto quello che serve per smaltire quella sana fatica che caratterizza il nostro sport, per raccontarsela e per pensare già alla prossima.

Non so quanti volontari ci fossero, spuntavano ad ogni angolo, erano ai ristori, in segreteria, al pasta party; e nemmeno quante cerimonie delle premiazioni abbiamo fatto: uno spettacolo, con la gioia immensa dei premiati sul palco e gli applausi del pubblico assiepato lì davanti, con il batticuore scandito dal nostro Inno cantato all’unisono.

La cronaca è ricca di spunti interessanti. Come già scritto, le prime a partire sono state le ragazze, in un’unica batteria con più di 230 atlete (!). Un po’ a sorpresa alle 7 il cielo è coperto e comincia a scendere qualche goccia, il TD Rimini allora scende in campo e in quattro e quattr’otto ecco che le nuvole spariscono ed esce fuori un caldo sole estivo, tutto perfetto alle 10, ora del via.

Unico inconveniente creato da questo scroscio è stato il fatto che la strada è risultata più scivolosa in alcuni punti e una decina di ragazze sono state protagoniste di scivolate, peraltro rimettendosi poi prontamente in sella per riprendere la loro gara.

Spunta e si parte per i 750 metri di nuoto, le più veloci sono Gaia Peron, sempre davanti a dettare il ritmo in acqua, e Alessia Orla, determinata a centrare un grande risultato in una stagione faticosa.

Con loro c’è anche la giovane minervina Valeria De Quarto, ma in sella sono Gaia e Alessia a volare in testa e ad alimentare la fuga; dietro il gruppo delle inseguitrici è nutrito, con tutte le più forti, tra cui la neo campionessa di triathlon olimpico Anna Maria Mazzetti.

Il vantaggio delle due battistrada continua a salire e sfiora i 40″ all’uscita da T2, con Gaia e Alessia che partono a spron battuto per la terza e ultima frazione, la battaglia a piedi.

Gaia allunga, Alessia non vuole mollare, ma da dietro, imperiosa, chilometro dopo chilometro rientra la campionessa azzurra Anna Maria Mazzetti: la furia rossa del triathlon italiano conquista la testa e non la molla più, andando a vincere per la sesta volta il titolo di sprint a braccia levate e centrando così una doppietta da urlo dopo il titolo di olimpico di Sapri di inizio settembre.

Pochi secondi dopo, arriva con la solita grinta da tigre Gaia Peron, capace dell’ennesima prova più che positiva in un 2014 che le ha regalato grande consapevolezza della sua reale forza; uno-due fantastico per le Fiamme Oro!

A chiudere il podio Alessia Orla: la portacolori della DDS è stremata, ma allo stesso tempo davvero felice per aver raggiunto un risultato che vale il suo talento cristallino.

Ai piedi del podio Elisa Marcon, ancora in evidenza e sempre ad altissimi livelli; a seguire, hanno completato la top ten Sara Papais, Verena Steinhauser, Margie Santimaria, Ilaria Zane, Veronica Signorini e Michela Pozzuoli.

Sara Dossena esce attardata dall’acqua e non riesce ad incidere in bici, ma a piedi fa segnare il secondo miglior split dietro a Mazzetti e risale fino al 16° posto.

Premiazioni e pasta party e poi alle 14 ecco il primo via della gara maschile, ovviamente con tutti i più forti pronti a dare filo da torcere a quello che è indiscutibilmente sulla carta il favorito: il Re Leone, Alessandro Fabian.

Il Carabiniere azzurro è reduce da un poderoso secondo posto conquistato con una prova da “top player” nella Coppamondo in quel di Alanya. Ma i suoi avversari sono davvero agguerriti e con il coltello tra i denti.

Fabian non tradisce le attese e così come a Sapri, dove si è laureato per la sesta volta padrone del tricolore di triathlon olimpico, è il primo a mettere piede a terra dopo i canonici 750 metri di nuoto.

Ma i suoi inseguitori sono tutti lì e all’uscita da T2 dopo pochi chilometri si forma un gruppo nutrito di battistrada.

Nella frazione ciclistica, il primo colpo di scena: sono in tre gli atleti che decidono di dare una frustata, Giulio Molinari, il funambolo dei Carabinieri, una vera moto in sella, inarrestabile; e i due portacolori della DDS, il veterano mai domo Ivan Risti e il giovane guerriero Tommaso Crivellaro.

Il loro vantaggio si fa subito cospicuo, poi però all’ennesima accelerazione di Molinari, Crivellaro prima e Risti poi si devono arrendere e vengono riassorbiti dagli inseguitori.

Motorbike Molinari sgasa fino in T2 dove arriva con quasi 40″ sul gruppone, capitanato manco a dirlo da Fabian, con un gran lavoro svolto per la sua squadra dal campione in carica, l’altoatesino Daniel Hofer, con qualche problemino a una caviglia.

Si comincia a correre e comincia lo show dei Carabinieri: un gioco di squadra perfetto, tanta classe e il gioco è fatto, anche se non si può risparmiare nemmeno una stilla di energia.

Fabian prende la testa della gara e continua a menare senza mollare un attimo e al secondo posto sale Massimo De Ponti (nel giorno del suo compleanno, auguri!).

La tripletta con Molinari pare fatta, ecco piombare sulla finish line Alessandro Fabian che trionfa nel tripudio, ma le posizioni sul podio si modificano: è strepitosa la seconda parte e piedi di Daniel Hofer che fa segnare il miglior split run e conquista l’argento, con De Ponti che completa il trionfo dei Carabinieri.

Mattia Ceccarelli, portacolori del TD Rimini, la società di casa, spinto anche dal gran tifo centra un’altra prestazione da circolino rosso (una stagione con continuità di risultati di alto livello, notevole!) e arriva a 8″ dal podio, precedendo Molinari.

Nei primi dieci si piazzano anche Luca Facchinetti, Danilo Brustolon (grande rimonta a piedi), Dario Chitti, Tommaso Crivellaro e Gianluca Pozzatti.

Alle 17.30, al termine delle batterie maschili, la seconda prova tricolore di giornata è andata in scena con il Paratriathlon. Una gara che ha visto davvero un coinvolgimento totale da parte del pubblico, che ha accompagnato i 20 protagonisti uno dopo l’altro al traguardo.

Una disciplina in costante crescita, così come lo sono i nostri atleti che sognano di arrivare alle Olimpiadi di Rio 2016 dove il Paratriathlon farà il suo esordio.

I titoli sono andati a Rita Cuccuru, Irene Riviera (che ha partecipato anche alla gara individuale e a quella a squadre del giorno dopo!), Giovanni Achenza, Giovanni Sasso, Michele Ferrarin, Alessio Borgato, Gianluca Cacciamano, Fabio Lotti e Maurizio Romeo; ma tutti dal primo all’ultimo ci hanno emozionato e sono stati accolti con grandi applausi. E poi l’apoteosi con le premiazioni in cui sono stati coinvolti per l’Inno tutti i paratriatleti e tutto il pubblico presente.

La considerazione che tutti hanno fatto è che l’evento meritava di essere inserito in un altro orario nel programma, a inizio giornata oppure tra le due gare individuali, in modo da dare l’opportunità a tutti, atleti ed anche ai dirigenti, di poterlo vivere interamente, senza sovrapposizioni “dolorose” con l’Age Group Party, curato con grande attenzione da FITri, che si è svolto dalle 19 in poi in un’altra sede.

Una bella dormita ed eccoci pronti per la domenica dedicata alle squadre. Alle 9 sono allineate sulla linea di partenza le 53 ragazze, prime staffettiste del Campionato Italiano a Squadre Staffetta 2+2.

Che poi significa semplicemente che ogni componente del team, composto da 2 donne e 2 uomini, ha dovuto portare a termine un triathlon super sprint prima di “passare il testimone” al compagno di squadra, il tutto nella sequenza donna-uomo-donna-uomo.

Fiamme Oro e DDS si sono date battaglia per tutta la durata della staffetta a cominciare da Gaia e Alessia, con una gara fotocopia a quella del giorno prima: uscite insieme dall’acqua, sono riuscite a fare il vuoto in bici e poi a piedi la sgasata di Peron che ha regalato qualche secondo a Andrea Secchiero, febbricitante ma pronto a rispondere alla chiamata della sua squadra.

Orla arriva al cambio in spiaggia e fa partire Tommaso Crivellaro che in acqua, complice anche un errore di direzione del battistrada, riesce a recuperare il gap. In bici, nonostante un errore di percorso che è costato una manciata di secondi persi, il duo di testa ha ulteriormente rinsaldato il vantaggio sugli inseguitori, dando il cambio alle terze staffettiste.

Sfida stellare con Anna Maria Mazzetti da una parte e la campionessa slovena Mateja Simic, che si sono più volte confrontate a livello internazionale con la casacca delle rispettive nazionali.

Uscite insieme dall’acqua, si è aggiunta a loro anche la talentuosa Luisa Iogni-Prat (un altro compleanno, auguri!); Simic in sella ha tirato e provato anche a fare il buco, ma senza riuscirci. E così hanno deciso tutto i 2K di corsa finali: Anna Maria nel finale si scrolla di dosso la compagnia e infligge 10″ di distacco a Mateja, mentre Luisa è ancora più dietro.

Tutto è nelle mani di Danilo Brustolon e Ivan Risti: davvero generosa e coraggiosa la prova del campione lombardo che subito in acqua riprende la testa della gara e poi negli 8K di bici più volte prova a mettere in difficoltà il suo avversario.

Ma non c’è niente da fare, Danilo controlla con grande attenzione e i due sono ancora assieme anche all’ingresso di T2. All’uscita, con le scarpe da corsa il primo ad immettersi sul tracciato podistico e Danilo, con Ivan che vuole continuare a lottare, pur sapendo che il suo avversario è più performante a piedi.

Si parte per i 2K e Danilo aumenta metro dopo metro il suo vantaggio, fa il miglior split e piomba sulla finish line dove ad attendere il quarto moschettiere delle Fiamme Oro ci sono Gaia, Alberto e Anna Maria: l’abbraccio tra i quattro ragazzi e partono i festeggiamenti per questo meritatissimo titolo!

Ivan porta la DDS a tagliare il traguardo in seconda posizione; gradino basso del podio per il TD Rimini, con Alberto Della Pasqua finisseur capace di controllare bene il ritorno veemente di Marco Corrà (Minerva Roma): il giovane minervino è stato autore della migliore quarta staffetta che gli ha permesso di recuperare addirittura due minuti sui team che lo precedevano.

Ancora Minerva Roma al 5° posto, quindi 707 Triathlon, CUS Trento, AS Virtus, Padovanuoto Dynamica e Azzurra Triathlon.

Infine, la neverending story della Coppa Crono, con squadre che partono senza soluzione di continuità dalle 12 alle 15: team composti da un minimo di 3 a un massimo di 5 componenti, con sempre almeno 3 di questi pronti ad uscire insieme da T1 e da T2 e quindi al traguardo insieme.

Le ultime a partire sono le squadre più forti e in questo caso più che mai è vero: i verde nero della 707 Triathlon, guidati dal capitano Gabriele “Pepito” Salini, con in formazione Marco Ladisa, Fabio Civera, Davide Loi e Lorenzo Sirigu, sono riusciti a confermarsi campioni e a vincere con oltre 1′ di margine sui Los Tigres di Gabriel Bonari, Andrea Mauri, Alberto Gonzales e Marco Selicato.

Terzi, dopo un altro minuto, il CUS Torino Triathlon di Andrea Morelli, Matteo Marchisio, Lorenzo Boeris, Lorenzo Boni e Iordache Gallarato. Nella top ten anche Canottieri Napoli, CUS Trento CTT, Freezone, Oxygen Triathlon, TTR e Firenze Triathlon.

Conferma anche al femminile con il quartetto della DDS composto da Pamela Geijo, Lara Silvesti, Micol Ramundo e Francesca Travaglini che vincono con un netto vantaggio. Da applausi e da podio anche le prove di CUS Torino (unica squadra con entrambi i team nei primi tre posti!) con Vittoria Camerana, Elena Schiano Lomoriello, Francesca Tunesi e Camilla Magliano, e di Peperoncino Team con le ironwomen reduci da Ironman Mallorca Laura Pederzoli, Alessandra Collalto, Monica Ferrari, Claudia Bordiga e Francesca Rizzetti.

Quarta piazza per Oxygen Triathlon, quindi Piacenza Triathlon Vivo, Castelfranco Triathlon, Padovanuoto Dynamica, Rho Triathlon Club, Perugia Triathlon e Triathlon Faenza.

Siamo ormai ai saluti e agli arrivederci alla prossima stagione agonistica, per i più infatti quella di Riccione è stata l’ultima tappa di questo 2014 di cui ci ricorderemo senza ombra di dubbio della storica due giorni di Riccione.

Una gara di triathlon è talmente complessa e richiede talmente tante forze da mettere in campo, che è poi impossibile fare un elenco di persone da ringraziare per quello che hanno saputo donare di se stessi per raggiungere l’obiettivo comune.

Prima di chiudere, io mi limito a dire tre grazie: a Romina, Alessandro e Daniele, anima e core del TD Rimini, capaci di dare vita a questo progetto.

Il nostro triathlon deve continuare a crescere e questa è la strada giusta: siamo capaci di fare fatica e soffrire, andiamo sempre avanti, diamo qualità oltre che sostanza e non potremo che vedere realizzati i nostri sogni di sportivi innamorati.

Dario ‘daddo’ Nardone