La mia piscina a chilometro zero

La mia piscina a chilometro zero

Ogni tanto capita, una giornata che anche se piena di cose da fare, scorre serena con incastri che parevano impossibili che si incasellano uno via l’altro.

E alla fine scopri che ce la puoi fare, ci sta anche quella nuotata che desideravi fare e che sembrava però sfuggire perché il tempo si era riempito di mille altre faccende.

Esci di casa, fuori c’è il sole, fai 3 minuti di passeggiata a piedi e sei già in piscina. Hai 45 minuti tutti per te e l’acqua, in vasca sei da solo!

E quando ti butti la temperatura dell’acqua è ideale, non puoi che cominciare a nuotare e sentirti un tutt’uno con tutto quello che hai attorno a te.

E così bracciata dopo bracciata le vasche si sommano una all’altra, ma tu non hai assolutamente voglia di pensare a null’altro che a muoverti in maniera naturale e fluida e immergere la tua mente nei tuoi pensieri.

Un mare di serenità da cui affiorano situazioni che hai vissuto e che stai affrontando, mentre continui a nuotare senza fermarti come se non esistesse più la fatica.

Il pensiero corre a Vivek e per un attimo sento la paura pervadermi: domenica ad Andora lui era lì con la sua famiglia, sua moglie e i suoi figli, per condividere con loro una giornata fatta di sport, della sua passione, della sua voglia di nuotare, pedalare e correre.

Il dramma, una situazione che si fa fatica ad accettare, la disperazione dei suoi cari e lo sgomento di tutti noi presenti. Il legame profondo che lega tutti gli esseri umani c’è, esiste, anche se c’è chi non ne è consapevole e chi, per una sua scelta, ha deciso di non volerlo sentire e vivere.

Profonda Solidarietà e sostegno per i suoi cari e rispetto per Vivek, questo è quello che voglio vivere. E poi la voglia ancora più grande di continuare a coltivare la mia sana e salutare passione per lo sport e il triathlon in particolare.

Valori che uniscono e non dividono, che significano vivere in sintonia con noi stessi, gli altri e l’ambiente e di cui è doveroso essere testimoni e portatori sani, nei confronti dei nostri figli e di tutte le persone che incontriamo.

Continuo a nuotare e la mia mente continua il suo viaggio, domani a Rimini con “Oscar”, poi Milano per la festa del mio Jack, poi Lanzarote per una lunga passeggiata in un’isola di cui sono innamorato…

E poi ancora qui e là, sempre col sorriso e la voglia di fare fatica e divertirmi, senza fermarmi mai, per continuare il mio viaggio e la mia quotidiana rivoluzione umana.

Dario ‘daddo’ Nardone