Nicola Zardini brinda al suo Ironman 70.3 St. Croix

Nicola Zardini brinda al suo Ironman 70.3 St. Croix

Per il solito giramondo ampezzano Nicola Zardini, il 3 maggio è stata la volta del celeberrimo e mortale Ironman 70.3 St. Croix, noto per la sua altimetria, la salita The Beast e il caldo disumano che ne fa una sauna tropicale…

Gara impegnativa questo Ironman 70.3 St. Croix, US Virgin Island. Più di quanto immaginassi. Non a caso è considerato uno degli appuntamenti più duri del circuito.

Oltre alla celebre salita “The Beast“, affrontata da molti spingendo la bici a piedi per i suoi 3K ai 21% di pendenza, la frazione è un saliscendi continuo che sviluppa 1.300 metri di dislivello positivo in 90km.

Con gran tratti ventosi e soprattutto un caldo umido da sciogliersi. Anche il nuoto non scherza, con un lungo tratto controcorrente. La corsa è una versione ridotta del percorso ciclistico: saliscendi, una bella erta e un cado da togliersi la pelle di dosso.

La mia performance non è stata delle più meritevoli: ancora non ho la condizione mentale per essere agguerrito, soprattutto in bici. La gara è poco frequentata ma ai vertici di categoria non scherzano per niente: considerando che ci sono slot per Kona, non pochi mostri della triplice ne approfittano per darsi battaglia.

Mi devo accontentare di un 16º (ancora parziale) di categoria e un 136° assoluto, in 5h24′ (36′-3h08′-1h36′).

Il panorama lungo i percorsi è straordinario, il posto merita senz’altro, ma l’organizzazione è tra le peggiori mai vistem con alla fine una medaglia di compensato di una miseria tale che merita una critica ufficiale alla WTC.

Per non parlare del resto… Certe nostre gare criticatissime sono roba di lusso e degne di un Olimpiade a confronto… Però qui non ho sentito i cori di sdegno che ho sentito in Italia per molto meno.

Ora un po’ di relax e caldi allenamenti, dato che ho molta strada da fare ancora. Ringrazio i miei sponsor, ovvero me stesso, i supporter e lo staff che mi segue e si prodiga in ogni modo per mettere a punto il mio motore alquanto spompato e di cilindrata piuttosto bassa.

Spero che il mio nuovo coach Alberto Bucci e i compagni di team della Dolomitica Triathlon di Predazzo sappiano darmi la giusta correzione per questo 2014 che parte decisamente… in salita!

Un pensiero particolare, perché so che ci tiene, all’amico Alfio Bulgarelli (guarda che bel posticino…) e uno ad Alessandro Degasperi che questa gara la conosce bene: Ale potevi dirmelo che era da sputarsangue!

Nicola Zardini