Il 2014 ha consacrato il tedesco Sebastian Kienle sul trono dell’Ironman Hawaii World Championship.

Le sensazioni, le paure e il coraggio di scelte e strategie per coronare “IL” sogno di quel giorno da re sono tutte in un documentario girato per RedBull.

Un docu-film datato (si ferma a poco prima dell’edizione 2016) ma che vale la pena guardare ed ascoltare dalla prima all’ultima immagine e parola.

Il titolo è “Iron to the Core: Sebastian Kienle”. Il sottotitolo (ed è tutta farina del nostro sacco): è sempre più difficile confermarsi che vincere per la prima volta.

E il campione tedesco lo sa bene, visto che negli ultimi cinque anni l’impresa non gli è più riuscita.

Le spine nel (suo) fianco sono due e hanno un nome e un cognome: la prima si chiama Jan Frodeno (primo nel 2015, 2016 e 2019), la seconda Patrick Lange (campione del mondo nel 2017 e 2018).

Gli schiaffi rimediati dai due connazionali sono stati più o meno forti, ma sempre di schiaffi si tratta.

Nel 2015 “Frodo” esce allo scoperto e conquista il suo primo titolo iridato di Ironman e Kienle chiude in ottava posizione.

Ma è nel 2016 che Sebastian lancia la sfida, Jan la raccoglie dando vita a un duello incredibilmente emozionante.


GUARDA IL DOCU-VIDEO “IRON INTO THE CORE”


Jan Frodeno è campione del mondo all'Ironman Hawaii 2016 davanti ai connazionali Sebastian Kienle e Patrick Lange (Foto: Ironman.com)
Jan Frodeno è campione del mondo all’Ironman Hawaii 2016 davanti ai connazionali Sebastian Kienle e Patrick Lange (Foto: Ironman.com)

Frodeno guadagna T1 tra i primi, per l’esattezza terzo, dietro Harry Wiltshire e Andy Potts, e in realtà in compagnia, tra gli altri, del canadese Brent McMahon, il tedesco Andreas Boecherer, l’americano Tim O’Donnell e l’ex campione del mondo ITU Tim Don.

Kienle paga un ritardo di quattro minuti fuori dall’acqua, ma in bici è una furia e risale fino alla terza posizione alla fine dei 180K.

Frodo, che ammette di aver sofferto la bici, esce da T2 per primo, con Kienle pochi secondi dietro.

«Sebastian mi ha davvero messo sotto pressione – ha detto Frodeno dopo la gara -. Avevo il mio gps acceso per controllare il ritmo e… Kienle: è il tipo di ragazzo che ottiene il massimo da se stesso. Ha dimostrato di essere uno dei migliori al mondo. In cima alla collina ho deciso di aumentare il ritmo e scappare…»

8:06:30 con una maratona in 2:45:34: ecco come Jan ha vinto il suo primo titolo mondiale.

Kienle ha resistito alla rimonta di Patrick Lange (nella sua seconda gara Ironman, ha superato 19 uomini in T2 e ha corso i 42.2K in 2:39 battendo di due minuti il record di Mark Allen, che durava da 26 anni) conquistando il secondo posto.

Negli ultimi 3 anni Kienle si è ripresentato sempre al via di Kona: nel 2017 è giunto quarto, nel 2018 ha dovuto ritirarsi a causa di una ferita al tallone, causata da un pezzo di vetro, e nel 2019 ha strappato il bronzo…

Kienle, insomma, è sempre lì a giocarsela con i primi sperando di assestare nuovamente il colpo vincente.