Marco Mangiarotti ha vinto la sfida con la sua malattia, il diabete tipo 1. Sabato 22 settembre 2019, a Cervia (RA), ha tagliato il traguardo dell’Ironman Italy in 9:18:47. Un tempo che lo ha catapultato tra i primi 100 classificati!

Il suo racconto al quotidiano La Provincia di Cremona.

Detto, fatto. Marco Mangiarotti, 44 anni, triatleta ma anche diabetico di tipo 1, l’aveva dichiarato: correre un Ironman per provare che la sua malattia non è invalidante. Se controllata, permette di vincere diverse sfide, anche nello sport.

Detto, fatto, dicevamo. E così, dopo essere allenato per mesi, si è presentato al via dell’Ironman Italy del 22 settembre 2019 per correre 3.8K di nuoto, 180K di ciclismo e 42.2K di corsa.

Marco è riuscito a tagliarlo quel traguardo, ma non solo. Lo ha fatto alla grande, fermando il cronometro a 9:18:47. Un tempone. Tanto da classificarlo tra i primi 100 assoluti, su 3.200 partecipanti:

“Secondo alcuni è il miglior tempo al mondo di un diabetico tipo 1 in un Ironman, ma a me il record interessa poco, anche perché non credo che lo sia. Quel che conta per me è che con questo tempo ho dimostrato che anche in una gara così lunga e così dura, in cui non puoi dimenticarti la glicemia e il diabete, si possono ottenere risultati importanti” ha dichiarato in un’intervista rilasciata al quotidiano La Provincia di Cremona.

Per Marco, dietro la sua prestazione, non c’è nessun “miracolo”:

“E’ questione di predisposizione, esperienza, concentrazione, determinazione e di allenamento. E’ questione che devi crederci, io ci ho creduto”.

Mangiarotti, giustamente, è fiero della sua impresa, ma la cosa a cui tiene maggiormente è che il messaggio arrivasse forte e chiaro:

“Vorrei che a più persone possibili, da oggi in poi, fosse chiara una cosa: un diabetico tipo 1 ha fatto un Ironman in un tempo stratosferico. Un tempo di alto livello per qualunque atleta”.

Anche se la situazione dell’atleta dello Stradivari Triathlon Team non è come quella di “qualunque atleta”:

“Ovviamente non ho potuto far finta che il diabete non esistesse per nove ore! Deve essere sempre sotto controllo, ma se gestito, poi il risultato non ne è influenzato. Diabete o no, l’Ironman si può fare al meglio delle proprie potenzialità atletiche e fisioligiche. Basta pensare che un diabetico… parta svantaggiato”.

Lui ne è la prova più bella.


L’arrivo di Marco Mangiarotti all’Ironman Italy 2019.