Patrick Lange ha (stra)vinto le ultime due edizioni dell’Ironman Hawaii World Championship grazie a prestazioni eccezionali nella maratona finale.

Mr Ironman racconta come e dove nascono queste imprese.

Vincere l‘Ironman Hawaii World Championship è una cosa. Vincerlo frantumando record su record ha tutto un altro sapore. Lo sa bene Patrick Lange, che ha costretto a “ristampare” il libro dei primati della manifestazione due volte negli ultimi… due anni.

In entrambi i casi, il tedesco ha fatto registrare tempi finali stratosferici. Nel 2017, è arrivato un esaltante 8:01:40, nel 2018 ha superato ogni aspettativa scendendo, per la prima volta nella storia dell’evento, sotto le 8 ore: 7:52:39.

Lange ha conquistato la leadership della gara in tutte e due le edizioni durante la maratona finale. Nel 2017 il suo gap dal battistrada in T2 era di 10 minuti ed è arrivato a superare ben 7 triatleti che lo precedevano; nel 2018 ha affiancato e… lasciato sul posto l’autraliano Cameron Wurf, battistrada fino al 16°K dei 42 da percorrere e terzo al traguardo, e Bart Aernouts (secondo sulla finish line).

Nel 2017 Mr Ironman ha corso la maratona in 2:39:59, nel 2018 in 2:41:32. Ciò che più impressiona, oltre ovviamente agli split fatti registrare, è la fluidità del suo passo per tutta la prova: dà sempre la sensazione di un totale controllo e di una disarmante facilità nel movimento tecnico.

In un’intervista rilasciata a Deutsche Welle, uno dei quotidiani tedeschi più importanti, Lange ha svelato il segreto per correre così forte:

«Il modello da seguire è quello degli africani. Con il mio allenatore lo abbiamo analizzato nei dettagli e lo abbiamo “applicato”. Hanno uno stile di corsa completamente silenzioso. Un normale corridore amatoriale tende a “sbattere” i piedi per terra. Questo spreca energia. Se vuoi correre veloce, devi spendere meno energia possibile».