Danilo Palmucci è un vincente nato. E anche ai Campionati del Mondo di triathlon 2018, a Gold Coast (Australia) lo ha dimostrato per l’ennesima volta, salendo sul gradino più alto del podio sia nel triathlon sprint sia in quello olimpico nella categoria M 55-59.

Sulla distanza sprint il titolo iridato è arrivato dopo 1:02:14 (10:08 – 30:30 – 17:50 i suoi parziali) precedendo i due australiani Barry Bodsworth (1:03:10) e Campbell Dawson (1:04:04).

Su quella olimpica l’atleta della S.S. Lazio ha fermato il cronometro a 2:00:58 (19:41 – 1:00:38 – 36:43) davanti allo statunitense Lee Walther (2:02:31) e, come il giorno precedente, l’australiano Barry Bodsworth (2:03:14).

Un vincente nato. Un campione nel dna. Che ha scritto la storia del triathlon a suon di vittorie e titoli. “Semplicemente” un mito.

Palmucci era al via della prima gara di triathlon in Italia, a Ostia (Roma) nel 1984. Da quel giorno non si è più fermato.

Quasi 250 gare disputate, più di 60 vittorie e 150 podi assoluti, 54 Campionati del Mondo, di cui 38 assoluti ( 37 volte miglior italiano, 1 volta 2°) e 16 di categoria AG, 8 titoli italiani, diverse medaglie internazionali…

… e con quelle due ciliegine sulla torta che lo fanno entrare di diritto nell’olimpo del triathlon nazionale e mondiale: il miglior piazzamento all’Ironman Hawaii World Championship 1994 piazzandosi al 12° posto assoluto in 8:52:31 (con 8 qualifiche e 7 partecipazioni, anche questo un vero record italiano) e il miglior piazzamento al Mondiale di triathlon olimpico, a Orlando (USA) nel 1990, quando arrivò 8°.

Danilo non si è mai più fermato: ha continuato a macinare chilometri e raccogliere successi, come nel 2013 a Londra, quando nei Campionati del Mondo di triathlon cat. 50-54 si è aggiudicato il titolo iridato. E come, appunto, a Gold Coast, quest’anno.

E siamo sicuri che il finale di questa splendida storia di amore e passione è ancora lontano e tutto da scrivere.


Danilo Palmucci (S.S. Lazio) sul gradino più alto del podio dei Campionati del Mondo di triathlon olimpico 2018 cat. 55-59 (Foto ITU Media).