Domenica 24 luglio 2016, il triathlon 226 Challenge Poznan, in Polonia, ha assegnato i titoli europei long distance (3.8-180-42.2K), vinti dalla polacca Ewa Bugdol e dallo sloveno Denis Sketako.

Di seguito, il racconto dei nostri due Elite azzurri, Martina Dogana e Massimo Cigana, incappati in una giornata nera, che li ha visti comunque con dedizione e grinta tagliare il traguardo, rispettivamente in 6^ e 11^ posizione.

La polacca Ewa Bugdol trionfa in casa e vince il titolo europeo al Challenge Poznan 2016

La polacca Ewa Bugdol trionfa in casa e vince il titolo europeo al Challenge Poznan 2016


CLASSIFICA CHALLENGE POZNAN 2016


MARTINA DOGANA
Domenica a Poznan in Polonia ho partecipato al Campionato Europeo su Lunga Distanza e sono arrivata settima èlite dopo 9 ore e 47 minuti.
Purtroppo non è andata come volevo ed è difficile raccontare una gara andata male…
La giornata era partita alla grande: ho nuotato bene e sono uscita in seconda posizione, a solo 1’40” dalla prima. Il mio tempo di 45′ e poco più indica che il nuoto era molto più corto per un posizionamento errato delle boe, comunque io sono contenta di come ho gestito la prima frazione e delle mie sensazioni.
I problemi sono iniziati appena salita in bici.
Non so cosa sia successo: avevo la sensazione che le ruote fossero frenate, mi sono perfino fermata a controllarle anche se, ovviamente, nei giorni prima della partenza l’avevo portata dal meccanico per una revisione d’obbligo e il giorno prima l’avevo provata ed era tutto a posto.
Niente da fare, le gambe non spingevano.
Mi hanno preso e superato tutte le altre ragazze PRO, ma ho cercato di rimanere concentrata perchè un triathlon “full distance” è molto lungo e può sempre succedere di tutto.
Ho continuato a pedalare al meglio delle mie possibilità, mangiando e idratandomi come d’abitudine, decisa a provare a rimontare qualche posizione nella maratona finale dove generalmente riesco a tirare fuori delle belle prestazioni.
Invece, anche in corsa ho avuto serie difficoltà: durante il secondo dei quattro giri si è spenta la luce.
Non mi era mai successa una cosa del genere le gambe non mi reggevano più e mi volevo fermare.
Il ct Beggio mi ha convinto a proseguire, non ero ancora a metà maratona e non so perchè l’ho ascoltato, è difficile da esprimere a parole, credo che solo chi abbia partecipato a una gara di endurance riesca a capirmi: ho pensato che in fondo mentre io ero a metà maratona, c’erano dei concorrenti ancora in bici; che in ogni caso non avevo nessun dolore serio e piano piano sarei riuscita a tagliare il traguardo e “chissenefrega” se sarei arrivata ultima, meglio arrivare che ritirarsi.
Avrei fatto una figuraccia, ma non avrei avuto rimpianti.
E poi vestivo la Maglia Azzurra e dovevo onorarla!
Così un passo alla volta ho proseguito fino sul traguardo dove certo non ho gioito, ma ho raccolto le mie emozioni per farne tesoro per i prossimi appuntamenti.
C’è sicuramente chi non capisce la mia scelta di arrivare a tutti i costi, ma la maggior parte dei miei amici e chi mi conosce sa che sono fatta così: so accettare anche le giornate negative e cerco di voltare subito pagina.
Ora ho bisogno di staccare un po’ la spina prima di ripartire verso nuovi obiettivi, un doveroso ringraziamento a chi mi sostiene anche e soprattutto in momenti come questi!


Lo sloveno Denis Sketako vince il Challenge Poznan 2016 e conquista il titolo di campione europeo long distance

Lo sloveno Denis Sketako vince il Challenge Poznan 2016 e conquista il titolo di campione europeo long distance


MASSIMO CIGANA
Eccomi rientrato in hotel dopo aver concluso amaramente il Campionato Europeo di triathlon lungo di Poznan.
Le cose si erano messe come meglio non si poteva. Un gran bel nuoto rimanendo nel secondo gruppo di quelli che contavano per la vittoria.
Il tempo molto basso, 43′, grazie al fatto che era decisamente più corto, ma comunque quello che contava era la situazione in cui ero.
Una gran frazione bike che avrei chiuso in 4 ore e 21 minuti (i 180K erano giusti), senza una gran fatica, se non fosse che la giudice si sia inventata di darmi un penalty di 5′ quando ero uno dei pochi che rispettava le regole della distanza…
Mi sono fermato a scontarla poco prima dell’ingresso in T2, quando ero ancora con il gruppetto buono.
Partito per la maratona piuttosto adirato (diciamo così), ho forse spinto un po’ troppo, anche se non facevo fatica. Al 15° chilometro ho incominciato ad avere problemi di stomaco che poi sono peggiorati tanto da costringermi a fermarmi più volte alle toilette e anche a vomitare durante la corsa.
Stessi problemi hanno avuto altri concorrenti… probabilmente causati dai gel/sali messi a disposizione dall’organizzazione.
Sono stato più volte tentato al ritiro quando avevo anche degli svarioni. Ho camminato parecchio, cosa che non avevo mai fatto, alternando a jogging.
Ho portato a termine questo calvario solo perché era giusto onorare la maglia della nazionale.
Tempo finale di 8 ore e 35 minuti con una maratona che sembrava di più una prova di giochi senza frontiere, comunque corsa (si fa per dire) in 3h21′ e un penalty di 5′, 11° posto.
Da sogni di gloria e proiezioni, durante la gara, di andare sotto le 8 ore alla triste e deludente realtà…
Questo è lo sport. Ci rifaremo!


La zona cambio del Challenge Poznan 2016

La zona cambio del Challenge Poznan 2016