Il 27 giugno si è disputato il terribile Austria eXtreme Triathlon, triathlon 226 estremo a cui hanno partecipato diversi italiani. Ecco il racconto dell’ironman azzurro Daniele Castrorao.

Quando ti prepari per una gara del genere, sai già avendone fatte altre che ci saranno momenti duri, dolore e fatica pura. Io non lo so ancora veramente cosa ci spinge a farlo ma questa forse è un’altra storia da raccontare.

Già un iron distance “normale” può essere terribilmente duro se non si è preparati a dovere e non è detto che vada lo stesso bene, perché la crisi e il ritiro sono sempre dietro l’angolo purtroppo.

Questi iron estremi ti riservano qualcosa che va al di là della tua stessa immaginazione… Non c’è allenamento che basti per arrivare preparati.

Sai già che solo la tua testa e tenacia ti porterà al traguardo.

La mattina o meglio la notte ti svegli alle 2:30 per cercare di mangiare qualcosa. Ti avvii nel buio nella zona di partenza, luci in testa. Fantasmi e ombre. Acqua a 14 gradi, fiume e corrente a favore il primo tratto, contrario il secondo.

Tra una cosa e l’altra ti ritrovi in acqua nel buio più totale, le prime bracciate e il cuore sale alle stelle, il respiro si blocca. Gira la testa e sei disorientato. «Cazzo non ce la faccio» penso disperato. Mi giro a dorso per respirare, gli altri vanno.

Da una canoa mi urlano se è tutto ok in inglese. NO, non è ok neanche per idea! L’acqua gelida mi ha scaraventato nel panico. Piano piano mi abituo e inizio a nuotare. Inizio a superare, raggiungo i primi, non i primi due, ma il secondo gruppetto.

Mirko Jurgen Montoleone alla grande esce secondo assoluto dal nuoto, dopo qualche minuto usciamo Dario Lo Grande e io, 4° e 5° assoluti. Urla, Alba. Io non capisco niente, so solo che tremo come un pulcino.

Arrivo in transizione e Carlo D’Angelo mi aiuta a togliere muta e a vestirmi per la bici. Tocco le cose e non le sento. Dario velocissimo già è uscito e io ancora sono nudo come un verme.

Qualche minuto e anche io sono in bici. Primi 50K vallonati, ma faccio fatica, non capisco perché. Inizia la salita e lo capisco, sento un sibilo… Ruota frenata! Evidentemente caricandola in macchina al mattino si è spostato qualcosa.

Inizia la prima lunga salita di circa 30K, rampe al 15/16%! Se è tutta così, penso, siamo spacciati. Per fortuna molla un po’, ma poi ancora più avanti sarà ancora durissima. Scollino in quasi due ore, mi rifornisco dal team e mi dicono che ho recuperato 2 minuti a Mirko.

Non faccio la gara sui miei amici, ma è un riferimento. Discesa, salita, magia, bevi, risali, pioggerella leggera. Passano i chilometri e al 150° inizia il calvario vero: dopo 3 passi alpini, il 4° adesso è pazzesco… Rampe di garage continue per 15K! Aggancio Dario, saliamo insieme.

Non si può avere idea della fatica in questa salita durissima. 

Piove a dirotto, adesso fa freddo, un freddo boia. Tremo, Dario mi risupera. Scolliniamo non so come. Lui si mette in macchina per cambiarsi e scaldarsi, non riesce a scendere, io rischio. E giù. Non riesco a frenare, non ho le mani, non le sento. Il mio team mi ferma la prima volta.

Mi dà giacca asciutta e giù di nuovo. Sbando, tremo come una foglia, mi suonano… Fermati, fermati! Ma non mi fermo e, non so come, arrivo giù. Non riesco a parlare, a pedalare neanche, ma ci provo.

Non so da dove Carlo e Paola mi recuperano un the caldo. Mi tagliano la strada per fermarmi, quasi cado. Ma mi riprendo un po’. A manetta ultimi km di bici ed ecco la zona cambio per la corsa.

Ovviamente non riseco neanche a mettere le calze asciutte. Fa tutto Carlo. Parto per 44K e 2.000 metri di dislivello in montagna. Boschi, fango, salite… Oddio, come ci arrivo lassù?

Invece va meglio e corro discretamente. Al 10° chilometro aggancio Mirko, facciamo 2K insieme, ma capisco che ne ho di più e vado. Non so come, ma sto bene e corro fino al 23° km quasi sempre, tranne nelle salite molto ripide.

Ma da li in poi inizia il vero inferno. Si sale sempre, dolori alle gambe allucinanti, vesciche, fame, sete, solitudine. Arrivo all’ultimo check point, da lì ultimi 16K con accompagnatore obbligatorio.

Carlo, eccezionale, mi fa da balia. Sentieri di montagna ripidi, ghiacciai, pietraie, non si corre neanche a frustate! Solo ogni tanto ci provo. Crisi glicemiche una dopo l’altra, gel e via.

Mi copro perché fa sempre più freddo. Carlo mi dice ad ogni salita tremenda che è l’ultima, non è vero ovviamente. Vediamo l’arrivo, ma mancherà ancora mezz’ora. Ultima discesa tra le pietre e non sento più le gambe, dico a Carlo di non lasciarmi la mano, ho paura di cadere dal sentiero.

Sta tramontando, ma ecco le bandiere dell’arrivo. Non provo neanche gioia, caccio solo un urlo allucinante. Abbracci, foto e freddo, tanto freddo. È finita, ma sta diluviando. Mirko e Dario sono là fuori al buio nel freddo. Come faranno? Arriveranno per fortuna! Ma questa è la loro storia, la mia io l’ho scritta.

Grazie a chi mi vuole bene, mi avete spinto lassù!

Daniele Castrorao

FOTOGALLERY


Austria eXtreme Triathlon

Mur (Austria), 27/06/2015
Triathlon 226 (3.8-186-44K)

CLASSIFICA
(completa qui)

Strasser Michael AUSTRIA 12h20min
Atzlinger Armin AUSTRIA 13h51min
Raatz Marcus GERMANY 14h12min

Tontoranelli Paolo ITALY 15h45min
Castrorao Daniele ITALY 17h00min
Montoleone Mirko ITALY 18h18min
Lo Grande Dario ITALY 18h43min