L’Ultraman Hawaii World Championship 2017 si è corso da venerdì 24 a domenica 26 novembre. Tre giorni e 515K da percorrere sulla Big Island.

Per alcuni (quelli che non l’hanno corso) è una “cosa da folli”, per altri (quelli invece che non solo ne hanno tagliato la finish line, ma ne hanno anche coperto un solo tratto) è un’esperienza irripetibile.

Tra i 40 al via in questa 33^ edizione c’è anche il “nostro” Mauro Ciarrocchi, che racconta il suo “viaggio” verso il traguardo di Kona.


Ci sono diversi modi per festeggiare il Thanksgiving. Quello più classico è il pranzo con il tacchino come portata principale. Quello, invece, più originale è partire per le isole Hawaii e andare a correre l’Ultraman World Championship. Sì, perché da 33 anni, la gara più dura della Big Island si disputa nella settimana della tradizionale festa americana.

Quest’anno l’Ultraman Hawaii è partito venerdì 24, alle 6.30 della mattina, e si è concluso domenica 26 novembre. Al via si sono schierati 40 atleti, 35 uomini e 5 donne, ognuno dei quali era supportato da un equipaggio di almeno due persone. Per loro un’unica portata sulla tavola del Giorno del Ringraziamento: 515K.


Strani incontri per Marco Lopez sulle strade che portano a Kona. Lo spagnolo è uno dei 30 finisher dell'Ultraman Hawaii 2017

Strani incontri per Marco Lopez sulle strade che portano a Kona. Lo spagnolo è uno dei 30 finisher dell’Ultraman Hawaii 2017


L’atmosfera dell’Ultraman è magica: vivi e condividi tanto, tutto, gioie e dolori. Quando, sul percorso, incontri un altro atleta, non pensi soltanto a superarlo. Ti scambi un abbraccio, gridandogli all’orecchio: “Noi possiamo!”, è un vero scambio di energia, un’iniezione di forza incredibile. Questo “scoprirsi” crea un legame speciale, così speciale che non c’è lingua, persona, circostanza o barriera che possa impedirlo. Si diventa una famiglia. – Marcos Lopez


Il primo giorno i partecipanti hanno corso 10K a nuoto nell’Oceano, da Kailua Bay a Keauhou Bay, seguiti da 145 km in mountain bike, che si sviluppavano nella zona meridionale dell’isola per poi terminare al Kīlauea Military Camp nell’Hawaiian Volcanoes National Park.


Nella seconda giornata il menu presentava “soltanto” un frazione, quella ciclistica, con bici da strada: 276K dal Volcanoes National Park al Kamehameha Park,a Kapa‘au, poco fuori la città di Hawi.


A concludere il Mondiale 2017, domenica 26, è stata la doppia maratona, 84 km da Hawi a Kailua-Kona, con traguardo nell’Old Airport Park.


Oltre a quello dei chilometri, c’era un altro “numero” con cui i 40 triatleti hanno dovuto fare i conti. Ed è il 12, quello cioè delle ore concesse loro per terminare la frazione giornaliera, pena la squalifica.


Il leggendario Bob Babbitt con Rob Gray, che si è laureato campione del mondo 2017 all'Ultraman Hawaii il 26 novembre

Il leggendario Bob Babbitt con Rob Gray, che si è laureato campione del mondo 2017 all’Ultraman Hawaii il 26 novembre


Hanno tagliato il traguardo in 30. Il più veloce è stato Rob Gray, che ha terminato la sua performance in 22:19:48, laureandosi campione del mondo Ultraman e portando a termine la sua terza gara sulla distanza. Il quarantunenne di Bolder, in Colorado, si era già fatto notare vincendo il Florida Ultraman nel 2016.

Tra le donne, Steffi Steinberg ha fatto segnare il tempo migliore chiudendo in 26:02:27 e si e così messa al collo la corona di alloro.


IL RACCONTO DI MAURO CIARROCCHI

L’arrivo di Mauro all’Ultraman Hawaii


Ci siamo emozionati leggendo quanto Mauro Ciarrocchi, finisher dell’Ultraman Hawaii 2017, ha condiviso sul suo profilo Facebook. Di seguito il suo racconto:

Ultraman world championship finisher… Adesso commentare questa ultima giornata mi sembra fin troppo facile. Stranamente ho dormito benissimo e mi ha svegliato il suono della sveglia. Non piove più ma il vento è pazzesco, per fortuna alla partenza è favorevole, ma solo per poco. È ancora buio allo start.

Dopo 4 km il vento è laterale e così forte che per due volte rischio di farmi lo sgambetto. Mai nell’ironman, qui, l’ho trovato così forte, vero che siamo a novembre. La prima parte è in leggera discesa con qualche avvallamento, solo il vento ci rallenta. Dopo 28 km il discorso cambia. Ci sono tre km di salita per arrivare all’incrocio di Waimea e poi si va sulla Queen K, su e giù continui lunghi e fastidiosi. Alla mezza, cioè alla prima maratona sono quinto in 3:29.

Già dal 35°K però ho capito che sarebbe stata una giornata difficile. I quadricipiti sono andati, vuoi per la scarsa preparazione, vuoi per i due giorni di gara. Fatto sta che quello che mi si prospetta è doloroso… Una maratona solo di testa.

I km ora non passano più. Vedo però che riesco a stare poco sopra i 6’ al km camminando ogni volta che raggiungo i miei supporter. Dal 60°K vado a fasi alterne, Ash corre con me con le borracce, un aiuto preziosissimo. Orni guida e cambia bere e integratori, insostituibile. Kona non arriva più, quando arrivo all’energy lab penso a quante volte ho corso questo tratto… Ora mi trascino.

Mancano due km quando si svolta a destra per l’arrivo. Il tratto in discesa decido di camminarlo, non c’è più muscolo nelle mie gambe. L’arrivo è una gioia immensa. Orni piange e un lungo abbraccio non dice abbastanza di noi. Ash, mitico supporter, come Keith nei due giorni precedenti. Venerdì compio 54 anni, sarò ancora qui e questo è stato il più bel regalo che potessi farmi. Amo quest’isola!


CLASSIFICHE
ULTRAMAN HAWAII
WORLD CHAMPIONSHIP 2017


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